Thursday, June 29, 2006

DYING FETUS





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NO MERCY FESTIVAL - Six Feet under - Nile - Disbelief - Dying Fetus - Cataract - Wykked Wytch - 21/03/2005 - Alpheus (Roma)

Livelogo




Disbelief

Finalmente è arrivato il gran giorno...tutti a Roma per il no mercy 2005! Il carrozzone itinerante con i gruppi più estremi sulla scena metal abbandona le gelide lande milanesi per approdare nella capitale italica. L'edizione di quest'anno a mio modesto avviso non è all'altezza dei nomi altisonanti dell'anno scorso ma sicuramente merita la dovuta importanza. Spetta ai Wykked Wytch fare da opener e nonostante il gruppo sia troppo ripetitivo e poco originale, grazie all'indiscusso carisma della cantante, questi americani riescono a suscitare qualche applauso tra i primissimi metallari accorsi sin da subito nel locale. Io n’approfitto Dying_fetusper fare un giretto tra le solite bancarelle e salutare qualche amico che non vedevo da un pezzo... Il tempo di montare le apparecchiature ed ecco salire sul palco i Cataract, combo naturalizzato italiano con radici elvetiche. Granitici e senza compromessi sin dalle prime note, la proposta musicale (un thrash-death con influenze hardcore) dei nostri riesce subito a catalizzare l'attenzione di molti presenti. Complice anche la buona l'acustica del locale sia da sotto il palco che dietro nella zona bancarelle, rimango veramente ben impressionato dall'ottima vena compositiva del gruppo e dalla professionale esibizione del singer che si muove bene sul palco e riesce a scambiare

qualche Wyckedwytchbattuta con il pubblico. Sicuramente un'ottima sorpresa per me che non li conoscevo affatto, consiglio a tutti di vederli al più presto. Dopo aver preso una boccata d'aria è con gran sorpresa che sento le prime note del successivo gruppo: i Dying Fetus! Mentre su tutti i manifesti sparsi per il locale e com’era riportato in tutti i comunicati apparsi su internet era scritto che toccasse ai Disbelief (contratto con Nuclear Blast…), mi ritrovo davanti alla furia distruttiva dei ‘Fetus che senza troppi problemi cominciano a maciullare i nostri poveri corpi. La mischia e il pogo che si creano sono davvero devastanti.. pezzi come One Shoot One Kill oppure Praise The Lord, Kill Your Mother / Rape Your Sfu

Dog (un titolo da oscar!) mandano al settimo cielo tutto gli amanti del death brutale e pesante. La voce cavernosa di Jhon Gallagher, aiutato dal bassista nel “cantato” miete vittime come se fosse uno schiacciasassi mentre il vero terremoto è il drummer, un’autentico uomo con i tentacoli! Il quartetto chiude con Killing On Adrenaline e al termine dell’esecuzione tutti quelli che avevano ancora le braccia attaccate al corpo li hanno omaggiati a dovere, sicuramente una prestazione ottima che finalmente fa onore al nome del festival…è dunque il momento dei Disbelief che per ovvi motivi di salute (sfido chiunque a rimanere sano nelle prime due file con i Dying Fetus che “brutallano” a velocità assurde…) non riesco a seguire per tutta la durata dell’esibizione. Il combo teutonico è il giusto relax per tutti e ad ogni modo sono curioso di risentirli, almeno su disco. Da quanto mi hanno detto coloro che sono rimasti in sala è stata in ogni caso una buona prestazione. Tocca ai Nile adesso e non posso non confessare di essere un fan sfegatato del gruppo, cercherò di essere il più obiettivo possibile…Karl Sanders (chitarrista e compositore del gruppo) si porta dietro due nuovi membri: il bassista e il batterista. Se per il primo la prova generale è andata bene considerata la giovane età e la discreta bravura allo strumento, al secondo ( George Kollias ) spetta l’ingrato compito di non far rimpiangere un certo Tony Laureano. A conti fatti al batterista greco non mancano certo le doti e fa la sua sporca figura con disinvoltura e tenacia, promosso!

Alla prima voce passa Dallas Toler-Wade che fa tesoro della Nile2sua esperienza con una prestazione davvero coinvolgente. Ora se avete presente che genere di chitarrista sia Karl Sanders non avrete problemi ad immaginare quanto può avermi imbambolato con i suoi numeri sopraffini e i suoi assoli paurosi…per chi non lo conosce basti sapere che forse solo Trey Azagthoth (morbid angel) è meglio in questo genere di cose…non mi sembra poco! La scaletta dei brani proposti è stata azzeccatissima e i cori sui brani “storici” come Sarcophagus o la conclusiva Black Seeds Of Vengeance sono stati emozionantissimi. Karl meriterebbe una recensione a parte per tutta la strumentazione che si era portato appresso…Proposti anche dei brani dall’imminente album Annihilation of the wicked. Lacrime agli occhi quando il loro show termina e conto alla rovescia per il nuovissimo album…una prestazione davvero maiuscola. È il momento degli headliner (ma lo meritavano?) Six Feet Under, band di quel Chris Barnes che fece la fortuna dei Cannibal Corpse agli esordi. Parliamoci chiaro, se per i Nile ci sono stati consensi unanimi, per i SFU ognuno è troppo esagerato, in positivo o in negativo che sia.. A me Pare che Il vocione Dying_fetus_1
di Barnes sia da panico ma molto molto scadenti le composizioni che non sono all’altezza della fama del barbuto singer. I volumi durante la loro esibizione erano veramente spaventosi e quindi l’opportunità di lasciare un ottimo ricordo era ghiotta…peccato che Barns è sembrato un po’ statico e svogliato e la metà dei presenti (stupidamente secondo me…) aveva preventivamente abbandonato il locale. Il risultato è stato di 40 minuti con scarsi momenti di delirio, tanto è che al termine, il gruppo forse aveva in programma il solito bis, ma avendo notato che la folla non li richiamava più di tanto è rimasto nel camerino…rendendo tristi tutti i fans che comunque ci tenevano ed erano li apposta…Ho dimenticato di segnalare che i Dark Funeral non si sono esibiti poiché (come recitavano i cartelli all’ingresso dell’alpheus) hanno avuto problemi di salute e si sono visti costretti ad abbandonare tutto il tour..
Tirando le somme: da dimenticare l’esibizione dei Six Feet Under, specie se confrontata con Nile e Dying Fetus, convincenti i Cataract, da rivedere i Wykked Wytch e i Disbelief (specie questi ultimi che sembravano più vari ed interessanti). Sproporzionato il costo del biglietto, ottima l’idea di spostare l’evento a Roma coinvolgendo più gente dal centro-sud.

Empero




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NO MERCY FESTIVAL - Six Feet under - Nile - Disbelief - Dying Fetus - Cataract - Wykked Wytch - 21/03/2005 - Alpheus (Roma)


Six_feet_under

Finalmente è arrivato il gran giorno...tutti a Roma per il no mercy 2005! Il carrozzone itinerante con i gruppi più estremi sulla scena metal abbandona le gelide lande milanesi per approdare nella capitale italica. L'edizione di

quest'anno a mio modesto avviso non è all'altezza dei nomi altisonanti dell'anno scorso ma sicuramente merita la dovuta importanza. Spetta ai Wykked Wytch fare da opener e nonostante il gruppo sia troppo ripetitivo e poco originale, grazie all'indiscusso carisma


Dyingfetusmike

della cantante, questi americani riescono a suscitare qualche applauso tra i primissimi metallari accorsi sin da subito nel locale. Io

n’approfitto per fare un giretto tra le solite bancarelle e salutare qualche amico che non vedevo da un pezzo... Il tempo di montare le apparecchiature ed ecco salire sul palco i Cataract, combo naturalizzato italiano con radici elvetiche. Granitici e senza compromessi sin dalle prime note, la 101proposta musicale (un thrash-death con influenze hardcore) dei nostri riesce subito a catalizzare l'attenzione di molti presenti. Complice anche la buona l'acustica del locale sia da sotto il palco che dietro nella zona bancarelle, rimango veramente ben impressionato dall'ottima vena compositiva del gruppo e dalla professionale esibizione del singer che si muove bene sul palco e riesce a scambiare
qualche battuta con il pubblico. Sicuramente un'ottima sorpresa per me che non li conoscevo affatto, consiglio a tutti di vederli al più presto. Dopo aver preso una boccata d'aria è con gran sorpresa che sento le prime note del successivo gruppo: i Dying FetusDyingfetus_1! Mentre su tutti i manifesti sparsi per il locale e com’era riportato in tutti i comunicati apparsi su internet era scritto che toccasse ai Disbelief (contratto con Nuclear Blast…), mi ritrovo davanti alla furia distruttiva dei ‘Fetus che senza troppi problemi cominciano a maciullare i nostri poveri corpi. La mischia e il pogo che si creano sono davvero devastanti.. pezzi come One Shoot One Kill oppure Praise The Lord, Kill Your Mother / Rape Your
Dog (un titolo da oscar!) mandano al settimo cielo tutto gli amanti del death brutale e pesante.
Mmm3_dyingfetus La voce cavernosa di Jhon Gallagher, aiutato dal bassista nel “cantato” miete vittime come se fosse uno schiacciasassi mentre il vero terremoto è il drummer, un’autentico uomo con i tentacoli! Il quartetto chiude con Killing On Adrenaline e al termine dell’esecuzione tutti quelli che avevano ancora le braccia attaccate al corpo li hanno omaggiati a dovere, sicuramente una prestazione ottima che finalmente fa onore al nome del festival…è dunque il momento dei Disbelief che per ovvi motivi di salute (sfido chiunque a rimanere sano nelle prime due file con i Dying Fetus che “brutallano” a velocità assurde…) non riesco a seguire per tutta la durata dell’esibizione. Il combo teutonico è il giusto rFetuselax per tutti e ad ogni modo sono curioso di risentirli, almeno su disco. Da quanto mi hanno detto coloro che sono rimasti in sala è stata in ogni caso una buona prestazione. Tocca ai Nile adesso e non posso non confessare di essere un fan sfegatato del gruppo, cercherò di essere il più obiettivo possibile…Karl Sanders (chitarrista e compositore del gruppo) si porta dietro due nuovi membri: il bassista e il batterista. Se per il primo la prova generale è andata bene considerata la giovane età e la discreta bravura allo strumento, al secondo ( George Kollias ) spetta l’ingrato compito di non far rimpiangere un certo Tony Laureano. A conti fatti al batterista greco non mancano certo le doti e fa la sua sporca figura con disinvoltura e tenacia, promosso!

Alla prima voce passa Dallas DewscentedToler-Wade che fa tesoro della sua esperienza con una prestazione davvero coinvolgente. Ora se avete presente che genere di chitarrista sia Karl Sanders non avrete problemi ad immaginare quanto può avermi imbambolato con i suoi numeri sopraffini e i suoi assoli paurosi…per chi non lo conosce basti sapere che forse solo Trey Azagthoth (morbid angel) è meglio in questo genere di cose…non mi sembra poco! La scaletta dei brani proposti è stata azzeccatissima e i cori sui brani “storici” come Sarcophagus o la conclusiva Black Seeds Of Vengeance sono stati emozionantissimi. Karl meriterebbe una recensione a parte per tutta la strumentazione che si era portato appresso…Proposti anche dei brani dall’imminente album Annihilation of the wicked. Lacrime agli occhi quando il loro show termina e conto alla rovescia per il nuovissimo album…una prestazione davvero maiuscola. È il momento degli headliner (ma lo meritavano?) Six Feet Under, band di quel Chris Barnes che fece la fortuna dei Cannibal Corpse agli esordi. Parliamoci chiaro, se per i Nile ci sono stati consensi unanimi, per i SFU ognuno è troppo esagerato, in positivo o in negativo che sia.. A me Pare che Il vocione di Barnes sia da panico ma molto molto scadenti le composizioni che non sono all’altezza della fama del barbuto singer. I volumi durante la loro esibizione erano veramente spaventosi e quindi l’opportunità di lasciare un ottimo ricordo era ghiotta…peccato che Barns è sembrato un po’ statico e svogliato e la metà dei presenti (stupidamente secondo me…) aveva preventivamente abbandonato il locale. Il risultato è stato di 40 minuti con scarsi momenti di delirio, tanto è che al termine, il gruppo forse aveva in programma il solito bis, ma avendo notato che la folla non li richiamava più di tanto è rimasto nel camerino…rendendo tristi tutti i fans che comunque ci tenevano ed erano li apposta…Ho dimenticato di segnalare che i Dark Funeral non si sono esibiti poiché (come recitavano i cartelli all’ingresso dell’alpheus) hanno avuto problemi di salute e si sono visti costretti ad abbandonare tutto il tour..

Oceans Tirando le somme: da dimenticare l’esibizione dei Six Feet Under, specie se confrontata con Nile e Dying Fetus, convincenti i Cataract, da rivedere i Wykked Wytch e i Disbelief (specie questi ultimi che sembravano più vari ed interessanti). Sproporzionato il costo del biglietto, ottima l’idea di spostare l’evento a Roma coinvolgendo più gente dal centro-sud.